MATERIALI DEL TEATRO D'OGGETTI E NUOVI GIOCHI
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La mostra è organizzata in 6 sezioni, potete scorrere via via attraverso questa pagina, oppure recarvi alle sezioni specifiche cliccando sulle piccole immagini ogni volta che appaiono o sulle parole evidenziate che aprono pagine parallele. | ||||||||||||
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INTRODUZIONE Il teatro d’oggetti discende per via diretta dal teatro di figura, in particolare da quello dei burattini. Ha fatto la sua comparsa negli scorsi anni ’80 e i gruppi che hanno iniziato a praticarlo provenivano tutti da esperienze con i burattini, i pupazzi e quegli esperimenti di tecniche miste che hanno segnato, nella seconda metà degli anni ’70, la ripresa di un settore dopo la crisi che era progressivamente dilagata dal dopoguerra in poi. Ciascuno ha successivamente sviluppato una propria individualità estetica e drammaturgica, proceduto a riflessioni te I primi tre oggetti che incontrerete sono gli unici a non esser stati realizzati da noi: sono il prodotto di una tradizione circa bisecolare, che ha formato il sostrato di partenza di tutto il resto. Anche se i temi di cui oggi ci occupiamo non sfioravano nemmeno le preoccupazioni di chi ha fabbricato quei burattini, oggettivamente la situazione era già data, qui noi paghiamo tributo alle radici dell’albero di cui siamo un ramo. |
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burattini della muta del burattinaio Carlo Sarzetti, attivo fino agli anni ‘60 a Bergamo:
1) Gendarme e 2) Gioppino (legno scolpito e stoffa) 3) Gioppino scolpito da un palo di reticolato di trincea; 1915-1918 |
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i burattini dicono già prima di parlare |
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I burattini sono strumenti semplici e di semplificazione. A causa della loro fissità, o grazie ad essa, condensano nel loro aspetto una grande spinta di comunicazione. Più, e più stabilmente, del trucco di un attore, i burattini rappresentano immediatamente ciò che sono (a differenza di un attore non potrebbero essere altrimenti: se un burattino ride, ride sempre; se è accigliato, idem.) Inoltre ci informano della mano e degli strumenti con cui sono stati fatti. Questa doppia percezione, del personaggio e della scultura, è l’origine da cui prende l’avvio il teatro d’oggetti. | ||||||||||||
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Il signor Piccolo, il signor Grosso, il signor Medio
da “In alto mare.” 1977 gesso modellato e stoffa |
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quando è speciale, di un tramonto si dice “sembra finto”, di un quadro si dice “sembra vero” |
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Chi ha fabbricato burattini dopo la diffusione della fotografia, e dopo la televisione, l’ha fatto con la consapevolezza che il ritratto somigliante si fa altrimenti, e che al fabbricante di queste immagini toccano altri compiti: non importa più ‘che cosa si rappresenta’, ma ‘come si rappresenta quella cosa’, occorre raccontare di più mostrando di meno. Produrre un nuovo sguardo. Stilizzando ed evidenziando. La semplificazione è il prodotto dello spirito del tempo, le manifestazioni d’arte ‘primitive’ marcano la nuova sensibilità, la caricatura, che già era dei burattini tradizionali, si impone. Il carattere del personaggio domanda la diversità della forma. |
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Mamma, Nonna, Cappuccetto rosso, Lupo.
da “Cappuccetti rossi” 1993-94 legno, bottoni e stoffa |
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Cappuccetto è rosso, i nani sono sette. |
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La semplificazione può arrivare a punti estremi. Già negli anni ’30, il grande burattinaio Obratzov aveva sviluppato numeri dove i burattini erano ridotti a palline infilate nell’indice e corredate di minimi elementi caratterizzanti. Egli usava la nostra consuetudine con la forma del corpo umano per raccontarci le sfumature del comportamento umano. La definizione per coppie oppositive, o il formare gruppo, permettono ai personaggi più riconoscibili di aiutare l’identificazione di quelli più incerti. L’unica regola che non va violata è quella dell’omogeneità dell’insieme: nei burattini che vedete qui addirittura vi è un gioco interno: Mamma e Nonna vengono dalla stessa gamba di un vecchio tavolo; Cappuccetto è di legno più recente, il lupo è atipico, ma anche il personaggio lo è nella storia. |
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Campeggiatore - racchetta da tennis con fermacapelli e cappellino
Gallo - lattine tagliate e sagomate da “Camping” – 1985 |
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“non ha l’ottimo artista alcun concetto ch’un marmo solo in sé non circoscriva." |
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Michelangelo Buonarroti
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Ogni storia da portare in scena ha le sue richieste: occorre accordare le immagini al racconto, sapendo che l’insieme delle immagini dice di più di quello che ciascuna fa singolarmente. Qui siamo in un campeggio, lo spettacolo è del 1985, l’ingenuità è tanta, ma il principio è quello e resta buono: la racchetta da tennis dice della passione sportiva del campeggiatore, il gallo del buon mattino aggiunge, al chicchirichì dell’alba, l’idea della quantità di scorie non riciclate di una vacanza un po’ così. Il teatro d’oggetti racconta storie, le storie dei suoi personaggi, ma anche la storia delle cose che raffigurano i suoi personaggi. |
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Ogni storia ha un materiale attraverso cui si racconta meglio, Iliade e Pinocchio, metallo e legno: due situazioni emblematiche. Forme che raccontano altro e materiali che parlano di sé. | ||||||||||||
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Materiali da: “Iliade ripresa” 1995 e “Omerica” 1998
assemblaggi di rottame metallico (a sinistra, dall’alto in basso, da sinistra a destra) Gli dei dell’Olimpo: Zeus, Poseidone, Era, Atena, Afrodite. La fuga di Paride ed Elena (al centro, sullo sfondo) Guerrieri Achei e Troiani (in primo piano, da sinistra a destra) Achille e Ettore (a destra) Il gigante Aiace Telamonio Carro da combattimento a due cavalli [click qui per vedere una serie di immagini paricolareggiate] |
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Materiali da “Pinocchio dei legni” 1997
(da sinistra, in senso orario) Il paese dei balocchi - ombrello decorato con luci natalizie e trenino giocattolo Ritratto di Pinocchio [trasformabile in somaro (v. foto)] - oggetti diversi di uso comune Il bosco degli spaventi - assemblaggio di vegetali secchi All’osteria del Gambero Rosso con la Volpe e il Gatto - sedia, scopa e battipanni sagomati, pupazzo commerciale (in primo piano) Carabiniere con Pinocchio in gattabuia - sagoma in legno decorata a collage, gabbietta per uccelli e pupazzo commerciale I mostri negli incubi di Pinocchio - mobiletto, legname recuperato in spiaggia e pupazzo commerciale Dentro il pescecane (o la balena) ritagli di legno, pupazzo commerciale rielaborato, barca di balsa con testa di burattino-giocattolo e pezzi vari assemblati [click qui per una serie di immagini particolareggiate] |
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Pensate quanta gente vede una faccia nella luna. Perché solamente una faccia? Perché non un pavone? O un còpride?
Bruno Munari - "Fantasia" 1977 |
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Che cosa vediamo quando guardiamo qualcosa. I punti di riferimento permanenti: faccia e corpo umano. Bastano piccoli segni per evocarli e piccole variazioni per cambiarne le sfumature. Identikit immaginari. | ||||||||||||
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Come il corpo estraneo induce l'ostrica a inglobarlo generando la perla, l'oggetto collocato in un contesto induce il pensiero a dare nuova forma ai propri elementi. Dato un contesto, ogni oggetto prende un nuovo significato; dato un significato generale, ogni oggetto si adegua a prender senso in quel contesto. | ||||||||||||
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materiali da "Odissea - epopea dell'eroe tornato in patria"
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"Destinato ai solutori più abili" |
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Gli oggetti che stanno davanti a voi hanno tutti preso parte alla rappresentazione dei quadri qui sotto elencati senza ordine: a voi trovare gli abbinamenti. (un quadro può essere rappresentato da un oggetto o, più spesso, da un insieme di oggetti) l'accecamento di Polifemo; i compagni da Circe trasformati (prima e dopo); la macellazione delle Vacche Sacre; la maga Circe; i mostri Scilla e Cariddi; le pecore di Polifemo; il veggente cieco Tiresia; il vento della tempesta [click qui per la soluzione] |
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Ovvero: frammenti di storia universale dell'arte e della letteratura. Una raccolta di personaggi accomunati dall'appartenenza al nostro immaginario collettivo, nati per occasioni diverse, progetttati o trovati quasi per caso (il caso assoluto non esiste), usati a lungo in palcoscenico o lasciati allo stato di abbozzo. Oggetti che vestono il nostro atelier; e ogni tanto parlano con noi. | ||||||||||||
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Personaggi de “I Promessi Sposi” - da “Sentimental” 1987
assemblaggio di ritagli di falegnameria (dietro, da sinistra a destra) Bravo, Don Rodrigo, Bravo, Innominato, La Monaca di Monza, Egidio (davanti, da sinistra a destra) Don Abbondio, Padre Cristoforo, Renzo, Lucia |
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Indiani
da “La vera storia del giro del mondo” 1982 legno, bottoni, piume, perline |
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Drago
da “Oggetti da favola” 2000 materiali da giardinaggio assemblati |
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Personaggi di “Cenerentola” - da “Oggetti da favola” 2000
utensili e ferramenta (da sinistra-avanti, in senso orario) Principe, Cavallo, Sorellastre, Cenerentola al ballo e a casa |
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La mostra si conclude con una batteria di 'macchine per il teatro incosciente'.
Per saper di più sulla struttura e il funzionamento della macchina, cliccate qui. |