C'era una volta una bambina, poi divenuta una ragazza, bellissima, con i capelli scuri come l'ebano, la pelle bianca come la neve e le labbra rosse come il sangue. |
La sua matrigna era gelosissima di lei e diede ordine al guardacaccia di portarla nel bosco, ucciderla e riportarle come prova il cuore. Ma il guardacaccia impietosito, uccise un daino per riportarne il cuore e lasciò libera la fanciulla. |
Biancaneve si trovò così sola e sperduta nel bosco, ma finalmente scorse una casetta dove rifugiarsi: era la casa dei sette nani che la accolsero amichevolmente. |
Ma la matrigna scoprì dal suo specchio incantato che Biancaneve era ancora viva e sempre più bella di lei. |
La regina decise allora di sopprimere personalmente Biancaneve e, travestita da vecchina, le donò un pettine avvelenato che la facesse cadere priva di sensi. Ma i nani arrivarono e le impedirono di cadere nel trabocchetto. La regina tentò di nuovo, questa volta con una mela, anch'essa avvelenata. |
Questa volta i nani si erano attardati in miniera e quando tornarono non poterono fare più nulla. Deposero la fanciulla in una bara di cristallo e piansero la loro amica perduta. |
Un giorno passava da quelle parti un cavaliere. Vide la fanciulla e non resistette alla tentazione di baciarla. Il bacio disincagliò il boccone di mela avvelenata e Biancaneve riprese i sensi, innamorandosi subito del suo salvatore. |
Il cavaliere era un principe, che la chiese in sposa e la portò con sé nel suo palazzo. La matrigna cattiva impazzì di rabbia e dispiacere, mentre i due giovani vissero sempre felici e contenti. |
Una bellissima giovane, alle seconde nozze del padre, venne privata del ruolo che le spettava nella famiglia e costretta a una vita di schiavitù domestica dalla crudele matrigna e dalle sorellastre. |
Doveva fare lei tutti i lavori di casa e, quando il principe indisse un ballo dove aveva invitato tutte le giovani del reame, fu obbligata a rimanere a casa con la scusa che non aveva nulla di decente da mettersi. |
Ma una buona fatina intervenne e, con rapidi incantesimi, fece comparire uno splendido vestito e trasformò una zucca nella carrozza che portò la fanciulla a palazzo. |
Quando la bella sconosciuta entrò nel salone delle feste, le sorellastre si misero in posa davanti al bel principe, ma la matrigna sentì di aver perso ogni speranza. |
Dal momento in cui il principe vide la bella sconosciuta non ebbe occhi che per lei, non ballò con altre che lei e così fino allo scoccare della mezzanotte quando la bella sconosciuta si diede a una fuga precipitosa perdendo per strada anche una scarpina. |
Quando i servitori, pulendo il salone delle feste, trovarono la scarpina perduta e la portarono al loro signore, questi sentì battere il cuore d'amore profondo e diede ordine che la scarpina venisse portata attraverso il regno finchè non si trovasse il piedino in grado di calzarla. |
Tutte le ragazze del regno vollero provarla, ma senza successo. Così i messaggeri arrivarono anche alla casa della matrigna e delle sorellastre, che provarono a loro volta, ugualmente fallendo. Dallo stanzino sudicio dove era stata tenuta si fece avanti, timidamente, anche Cenerentola, alla quale la scarpina naturalmente calzava a pennello. |
La misteriosa bella sconosciuta era dunque sta trovata, il principe la sposò senza indugi e vissero sempre felici e contenti. |
C'era una volta una bambina, bella, simpatica e vivace. La nonna le aveva confezionato un mantellino con cappuccio rosso e le stava così bene che da quel giorno tutti la chiamarono Cappuccetto Rosso. Un giorno la bambina si incamminò nel bosco. |
Aveva con sé un cestino con cibi e bevande che la mamma le aveva detto di portare alla nonna malata che abitava dall'altra parte del bosco. Le aveva anche raccomandato di andare dritta per la sua strada e di non dar retta agli sconosciuti. |
Cappuccetto si distraeva continuamente, incantata dalle mille cose che vedeva nel bosco, la strada era già lunga di suo e lei riusciva a farla diventare ancora più lunga. |
A un certo punto, in un cespuglio, vide lampeggiare gli occhi del lupo. Cappuccetto, invece di spaventarsi, si mise a parlarci e quel furbone del lupo ne apprifittò per confonderle le idee e farle perdere ancora più tempo mentre lui si precipitò a mangiarsi la nonna. |
Quando Cappuccetto finalmente arrivò, credeva di trovare sua nonna nel letto. Era strana, la nonna... occhi troppo grandi... orecchie pelose... e la bocca... Ma prima che potesse capire, il lupo si avventò sulla bambina ingurgitando anche lei. Poi si distese di nuovo nel letto per completare la digestione. |
Passava però da quelle parti un Cacciatore che sentì il lupo russare. Pensando che fosse la nonnina che stava male si affacciò e vide ciò che era successo. |
Sfoderò il suo fido coltello e si avventò sul lupo per aprirgli la pancia. |
Dalla pancia del lupo uscirono sane e salve Cappuccetto e la nonna e insieme al cacciatore fecero una grande festa. |
Jack viveva con la mamma vedova. Erano poverissimi. Tutto quello che avevano era quello che potevano ricavare da una mucca. |
Ma le cose andavano così male che Jack venne inviato dalla madre a vendere la mucca. Il ragazzo vendette l'animale a un macellaio per un pugno di fagioli colorati. Quando rientrò a casa, la madre, su tutte le furie per l'ottusità del figlio, gettò i fagioli dalla finestra. |
Il mattino seguente, era spuntata un'enorme pianta di fagioli. Jack si arrampicò su per la pianta che saliva fin sopra le nuvole. |
Lì si trovava il castello di un gigante. All'arrivo del gigante il ragazzo si nascose. |
Dal nascondiglio potè osservare la moglie del gigante preparare una lauta cena per il marito e vedere un'oca deporre un uovo d'oro. |
Quando il gigante si addormentò, Jack prese l'oca e volò via con essa. |
Ma il gigante si svegliò e si lanciò all'inseguimento giù per la pianta. Il ragazzo abbattè il tronco e il gigante morì. |
Con l'oro delle uova Jack e la mamma non ebbero più problemi. |
Hänsel e Gretel erano figli di un povero taglialegna che non riusciva più a sfamare la famiglia. Non avevano più né soldi né cibo. |
Un brutto giorno furono condotti nel folto del bosco e lì abbandonati al loro destino. |
Vagando per la foresta, i fratellini trovarono finalmente una radura, dove videro una piccola casa. Si avvicinarono con prudenza e scoprirono stupiti che la casetta era tutta fatta di zucchero colorato. Per la gran fame, si misero a mangiare e per golosità continuarono anche dentro |
Mentre stavano sgranocchiando le pareti di marzapane, dall'interno della casa uscì una bella signora che si offrì di ospitarli. I bambini, non sapendo dove andare, accettarono grati la sua ospitalità... Ma, ben presto, Gretel e il fratello si resero conto di non essere più liberi, ma prigionieri di una strega. |
Il maschietto - troppo magro - venne messo all'ingrasso, dentro a una gabbia, così da metter su un po' di carne perché è destinato a diventare il pasto della strega, ben decisa a mangiarselo quanto prima. Siccome non riusciva a vedere dentro la gabbia lo controllava a tastoni e Hänsel riusciva a ingannarla facendole tastare un osso di pollo. |
Gretel, che era libera di girare per la casa per i lavori domestici che la strega le comandava, accese il forno e, con una scusa, le chiese di guardarci dentro. |
Quando la strega si chinò a guardare, la coraggiosa Gretel la spinse nel forno, la lasciò fra le fiamme ad arrostire e corse a liberare Hänsel. |
I due bambini scoprirono in un baule il tesoro della strega. Se ne impadronirono e tornarono a casa ricchi e felici. Così tutta la famiglia di nuovo riunita festeggiò la fine dei guai. |
Tre porcellini vivevano nel bosco. Un giorno deciseno che il bosco era diventato poco sicuro e che occorreva costruirsi tre case. |
Uno si stancò subito e, raccolta un po' di paglia, sistemò alla bell'e meglio una capannuccia e si rimise a giocare e scorazzare come aveva sempre fatto. Il secondo preparò un po' di assi di legno, ma poi si stancò anche lui e con quello che aveva a disposizione arrangiò una mini-casetta. |
Il terzo era instancabile: preparò l'argilla dei mattoni, li formò, li cosse, si procurò il cemento e fabbricò una casa a regola d'arte. |
Arrivò il lupo. |
Andò alla casa del primo porcellino e chiese di entrare. Quando questo non aprì si mise a soffiare e distrusse la casa di paglia. Andò alla seconda casa chiese anche lì di entrare; al rifiuto soffiò sempre più forte e anche la casa di legno venne sollevata e distrutta. |
Quando il lupo arrivò alla casa del terzo, provò a soffiare ma la casa resisteva. Il lupo allora decise di calarsi dal camino, un grande camino col comignolo che saliva in cima al tetto. |
Ma il porcellino, capite le intenzioni del lupo, accese il camino e ci mise un pentolone di acqua, così il lupo finì bollito. |
I porcellini, liberi dal lupo, si ritrovarono a festeggiare nella loro nuova casa: quella di mattoni. |